Rievocazione storica "Il palio delle contrade"
Ultimo aggiornamento: 3 novembre 2025, 13:19
Rievocazione storica "Il palio delle contrade"
Premessa
Secondo la tradizione le origini di questa manifestazione risalgono ai primi anni del 1500, quando Agostino Chigi “Il Magnifico”, al tempo appaltatore delle miniere di allume (dalle quali Allumiere trae il nome e le origini), volle riprodurre quel folklore tipico di Siena, sua città natale, organizzando delle corse con gli asini nel piazzale antistante lo stabilimento.
Nella versione moderna il Palio delle Contrade inizia l’11 settembre del 1965 nell’ambito dei festeggiamenti in onore della Madonna delle Grazie, ma dall’anno seguente la data è stata definitivamente fissata nella prima domenica dopo il 15 agosto che è la data in cui si festeggia la patrona del paese, la Madonna Assunta in Cielo.
Il Palio
Il Sabato precedente la competizione, nella piazza del paese, si svolge la tradizionale “provaccia”, ossia la prova degli asini che il giorno successivo scenderanno in pista a contendersi il Palio, mentre in ognuna delle sei contrade (Burò, Ghetto, La Bianca, Nona, Polveriera e S. Antonio), viene organizzata una festa all’interno del proprio territorio con la distribuzione gratuita di vino, dolci,, prodotti tipici locali con la partecipazione di gruppi musicali che accompagnano le centinaia di persone che ballano al suono della loro musica.
Il palio vero e proprio inizia la domenica mattina dove, dopo la messa solenne partecipata da tutti i presidenti dei rioni e dai vari contradaioli, ha luogo la benedizione degli asini e la loro “punzonatura” o numerazione.
Si tratta di riti ormai consolidati nel tempo, che si ripetono uguali a se stessi con una puntigliosa precisione, ma che ogni anno assumono un significato nuovo rispetto al passato.
Al termine di queste operazioni i presidenti, i barbareschi ed i fantini delle sei contrade si ritrovano nell’aula consiliare del palazzo comunale, ove le autorità locali (Sindaco e Presidente della Pro-Loco) procedono al sorteggio in cui ad ogni rione viene assegnata, per ciascuna batteria, la propria postazione di partenza da uno delle sei gabbie.
Alle ore 17,00 ha inizio la passeggiata storica in costumi cinquecenteschi, aperta dall’ultima contrada vincitrice del palio antecedente (le altre sfilano nell’ordine di classifica dell’anno precedente) e chiusa dal “carroccio” trainato dai buoi, che trasporta l’ambito “Cencio” ogni anno dedicato a una ricorrenza, un personaggio, un importante evento locale o nazionale.
Le raffigurazioni del “Cencio” sono dipinte a mano da pittori locali e possono richiamare le più varie tematiche come la fame nel mondo o il viaggio sulla luna, possono essere la celebrazione di un’anniversario, o essere dedicate a un personaggio storico o a una figura religiosa; ogni anno “il dipinto” è il frutto di un concorso specifico.
Il corteo storico in costumi cinquecenteschi, inizialmente non troppo considerato, si è progressivamente guadagnato uno spazio sempre più importante, sia nell’organizzazione interna, sia tra i turisti che affollano Allumiere il giorno del Palio.
Gli abiti d’epoca, i vari accessori, il portamento dei figuranti, sono così curati che lo speciale premio istituito diventa oggetto di una particolare disputa tra le sei contrade, tanto da essere assegnato da una giuria, ogni anno diversa, composta da docenti universitari, professori di storia dell’arte, costumisti e scenografi.
Secondo l’art.4 del primo regolamento ogni contrada sfilava con “paggi, valletti, tamburini, alfieri, porta insegna, palafrenieri e fantini”, ma oggi le varie contrade hanno aggiunto molti altri figuranti al proprio corteo; tutti accuratamente vestiti in abiti d’epoca.
Nei mesi estivi ogni piazzale delle contrade si trasforma in una sartoria a cielo aperto, ove tutto viene realizzato artigianalmente.
Va sottolineato che ogni partecipazione o impegno, non viene assolutamente remunerato, si tratta di lavoro volontario incentivato solo dall’appartenenza al rione e all’attaccamento alle proprie tradizioni.
Nella sfilata un altro dei momenti suggestivi del Palio delle Contrade è l’esibizione degli sbandieratori …….……..per i giovani è un onore vestire i panni di alfieri con i colori della propria contrada e per conquistare l’ambito premio i ragazzi si sottopongono a duri allenamenti provando in gran segreto la sincronia dei movimenti e gli esercizi da presentare davanti alla giuria.
C’è poi da notare la corrispondenza e la collaborazione tra le varie contrade e altri paesi del Lazio, dell’Umbria, della Toscana da cui si affittano i costumi o gli asini e con cui si instaurano rapporti di amicizia; ci sono state anche collaborazioni con gli sbandieratori di Siena, pagati dalle contrade per venire ad esibirsi ad Allumiere.
Il momento più emozionante e coinvolgente di tutta la manifestazione è ovviamente la corsa degli asini montati a peno (cioè senza sella).
La formula attuale prevede tre carriere o batterie che assegnano a ciascuna 12 punti alla prima contrada classificata quindi 10 8 6 4 2.
La contendente che ha totalizzato il maggior numero di punti si aggiudica il palio mentre in caso di parità di punteggio tra due o più contrade è prevista una batteria di spareggio.
Durante le batterie la piazza diventa un’arena, dove ogni contrada ha allestito il proprio palco e da dove si darà sfogo a cori , canti e, a seconda dei destinatari, sberleffi o grida di incoraggiamento.
E’ questo il momento più importante per i contradaioli, per i cittadini del paese, per i visitatori occasionali, per i turisti.
Aggiudicato “il cencio” la festa continua, fino a tarda notte, nella piazza della contrada che ha vinto il Palio.

Arte e cultura ad allumiere
Nell’arco dell’anno in Allumiere si svolgono una serie di manifestazioni culturali e artistiche che comportano un coinvolgimento popolare.
Queste tendono alla riscoperta di usanze e tradizioni del nostro territorio oltre che allo sviluppo di nuove modalità di comunicazione.
Gli interventi che si realizzano vedono un largo coinvolgimento della popolazione e hanno una notevole ricaduta sociale poichè sono profondamente connessi alla realtà territoriale.
In questo ambito vengono organizzati concerti musicali (concerti di musica classica, corale, liturgica), mostre fotografiche, esposizioni pittoriche, spettacoli teatrali e di danza.
Le contrade
Le Contrade ufficiali sono sei ognuna ha una sua storia: il nome e lo stemma hanno un preciso significato.
BURO’: deriva dalla parola francese “bureau” ed indica il luogo in cui erano gli uffici della direzione delle miniere di allume durante l’appalto delle “Societè Finanziere de Paris” nella seconda metà dell’800; lo stemma rappresenta un arco presente nella contrada; i colori sono il bianco ed il nero.
Presidente Sig. Mariani Amedeo

Ghetto: è il nome del luogo in cui sorsero le prime case dei minatori grazie alla concessione del terreno da parte di Papa pio VI; inizialmente fu chiamato “borghetto” e successivamente ghetto; lo stemma rappresenta una fontana presente nella contrada; i colori sono il giallo e il rosso.
Presiente Sig. Canestrari Christian

La bianca: il nome deriva dal colore dell’allume, fu la prima zona dove intorno al 1462 vennero aperte le cave per l’estrazione del minerale; lo stemma rappresenta la pianta di agrifoglio, la pianta che, secondo la tradizione è legata alla presenza dell’allume, i colori sono il bianco e il verde.
Presidente Sig. Speroni Massimiliano

Nona: dal nome di una contrada presente a Civitavecchia la nona contrada che possiede costruzioni molto simili a quelle delle Contrada di Allumiere: lo stemma rappresenta uno stabilimento per la lavorazione dei minerali di allume; i colori sono il rosso e il verde.
Presidente Sig. Ceccarelli Stefano

Polveriera: il nome deriva dalla torre della polveriera nella quale si custodiva la polvere da sparo utilizzata nelle miniere; lo stemma raffigura un mulino risultato della trasformazione della torre in un mulino a vento per la lavorazione del grano; i colori sono il rosso e il blu.
Presidente Sig. Monaldi Alfredo

S. Antonio: il nome deriva dall’edicola presente nella contrada dedicata al santo; lo stemma mostra l’edicola del santo; i colori sono il bianco e il rosso.
Presidente Sig. Del Frate Marco

Ogni contrada ha una organizzazione complessa; c’è un direttivo composto da presidente, vice presidente, segretario, cassiere; poi ci sono i barbareschi, il maniscalco, i fantini, il responsabile dei festeggiamenti e dei costumi, gli sbandieratori che insieme ai quaranta figuranti sfilano nel corteo storico; poi ancora le sarte, il gruppo coreografico, gli stallieri, i cuochi delle cene sociali, gli attivisti, i tesserati e i sostenitori.
Ma i protagonisti indiscussi del palio delle contrade sono i fantini e gli asini un binomio in grado di infiammare i cuori dei contradaioli di gioia immensa o viceversa di procurar loro una delusione tremenda a seconda degli esiti positivi o negativi della contesa.
Da notare che la cura e l’allenamento degli asini, impegnando gli addetti ai lavori per circa tutto l’anno, ha permesso il mantenimento della razza asinina che era in via di estinzione.
Ma il coinvolgimento non riguarda solo i fantini e gli stallieri, ma molte altre persone: varie infatti sono le scadenze da rispettare e le iniziative da realizzare, specie quelle finalizzate a reperire i fondi indispensabili per coprire le ingenti spese di gestione tra cui spiccano l’acquisto e il mantenimento degli asini, delle stalle, la realizzazione dei costumi storici, l’affitto dei locali e delle sedi dove periodicamente i vari direttivi si incontrano, discutono e propongono iniziative per la buona riuscita della manifestazione.
E’ proprio nella peculiare organizzazione delle singole contrade, nell’operosità dei contradaioli, nella passione e nel desiderio di rendere sempre più originali le proprie iniziative che trae origine il successo indiscusso che la manifestazione ottiene ogni anno.
