Il "tour della farnesiana"

 
Partendo in prossimità della località Cave Vecchie, si giunge nei pressi del Borgo della Farnesiana, coprendo all'incirca una distanza di 15 chilometri. Il percorso si estende nell'interno del comprensorio più a Nord dell'Università Agraria, dove esistono ancora 1000 Ha di terreni compromessi, ossia terreni che giuridicamente sono ancora in fase di "legittimazione" . Qui si assiste più che altro ad una gestione privatistica del territorio e non tanto collettivistica: sono molti infatti gli immobili edilizi di varia entità, classificabili spesso come caratteristiche "residenze rurali" ed abitate solo in alcuni periodi dell'anno.

Inoltrandosi tra i diversi poggi, si ha la possibilità di ammirare nel contempo il litorale tirrenico verso occidente, la maremma laziale verso Nord ed il versante appenninico ad oriente.
I pascoli collettivi, condotti dagli utenti, lasciano spazio agli unici esercizi di uso civico permessi, inerenti la raccolta di legna secca, frascame e prodotti del sottobosco (jus legnandi).
Le aree di sosta evidenziate sono di notevole effetto naturalistico e paesaggistico, non mancano tuttavia elementi architettonici e storici che nell'insieme contribuiscono ad arricchire un ambiente prettamente mediterraneo.
La viabilità principale, configurata dai sentieri in uso, permette una facile fruizione del territorio, unitamente alla presenza di mulattiere.

Località "fosso della cava"
 

Ad una altitudine sul livello del mare di 400 m, si è ancora in presenza degli elementi paesaggistici e minerari che hanno condotto all'evidenziazione del secondo itinerario, attraverso il racconto dei siti astrattivi dell'allume.
Il soprassuolo, mediamente pendente, con un'esposizione Nord - orientale, è descritto dalla presenza di una fustaia da frutto di Castagno (Castanea sativa Mill.), frammista a brevi tratti di ceduo di Rovere (Quercus petrea Liebl.), Cerro (Quercus cerris L.) ed Orniello (Fraxinus ornus L.).
Il castagneto da frutto è caratterizzato dalla scarsa densità, ma dalla buona qualità delle piante che forniscono varietà piuttosto apprezzate.
La copertura arbustiva è assente. Non mancano recinzioni funzionali di protezione nei confronti di uno sporadico pascolamento brado di bovini ed equini.
Il terreno è nel complesso scarsamente accidentato, risultando inoltre privo di pietrosità e rocciosità affioranti

 

Località "monte della frombola"

L'esposizione Sud - occidentale contribuisce all'accentuazione di un clima caldo - secco. Il terreno risulta localmente accidentato ed inoltre notevole è anche la presenza di una rocciosità affiorante. Il bosco è comunque ben servito grazie alla presenza di una strada camionabile non asfaltata. Il soprassuolo si caratterizza sempre più nella fisionomia tipica di macchia mediterranea, è infatti presente un ceduo invecchiato di sclerofille, costituite prevalentemente da Corbezzolo (Arbutus unedo L.), Erica (Erica arborea L.), Leccio (Quercus ilex L.), Fillirea (Phillirea angustifolia L.), sporadici sono anche l'Orniello (Fraxinus ornus L.) e la Roverella (Quercus pubescens Willd.). La vegetazione arbustiva è costituita da cespuglieti xerofili. Nel complesso il ceduo presenta una fisionomia di macchia per effetto di un passato regime di ceduazioni sistematiche, tuttavia la presenza di alcune specie di degradazione, come l'Erica arborea e anche di caducifoglie come l'Orniello e la Roverella testimoniano una mescolanza complessa ed arricchita che caratterizzano un paesaggio da migliorare e conservare, soprattutto quando ad ampliare il contesto intervengono antichi ruderi medievali
 
 
Località "la farnesiana"
 
 

Come termine dell'itinerario condotto fin'ora attraverso contesti vegetativi diversificati meritano attenzione la presenza di una antica chiesa gotica, un piccolo borgo medievale, ed un immenso bosco di Lecci.
Le prime notizie sul luogo si hanno nel 1590 quando giunsero da Roma dei preti secolari denominati "cappellani farnesiani" ( da Farnese famiglia nobile romana la quale aveva anche avuto un papa PaoloIII (1534-1549)), per gestire un mulino.

I preti, costruirono delle abitazioni ed una chiesa e da allora la località venne appunto chiamata "La Farnesiana". I cappellani farnesiani rimasero in zona fino al 1753, anno in cui la camera apostolica comprò tutta la proprietà dei cappellani. Nella struttura rimase un prete che officiava le messe ed alla metà dell' 800 si edificò una nuova chiesa tuttora visibile nella sua maestosità

Miniere dell'allume

Percorso in gran parte pedonale che parte dal punto di sosta in località Sant'Antonio (dove è possibile parcheggiare macchine e pulman) e si inoltra nel suggestivo bosco di faggi. Qui attraverso una rilassante passeggiata nel bosco sono visibili le antiche miniere di alunite che rappresentano un repertorio completo delle varie tecniche estrattive e della loro storia. Nel 1815, dopo secoli di straordinaria produttività, tutto il complesso minerario era in crisi e deficitario. Per recuperare in competitività venne abolito il sistema di scavo a cielo aperto ritenuto ormai troppo dispendioso (inutili movimenti di terra e impiego di troppi operai e animali da tiro) e venne deciso di utilizzare un nuovo metodo: lo scavo in galleria. Questo avrebbe permesso un migliore sfruttamento dei filoni, per via del poco materiale di scarto raccolto. Altro vantaggio offerto da questa tecnica, è che l'estrazione sarebbe stata continua, non essendo condizionata da condizioni meteorologiche avverse. Lungo il percorso è possibile cogliere l'evoluzione di queste tecniche di estrazione, quella dello scavo a cielo aperto, praticata per quasi tre secoli, che ha alterato la fisionomia del paesaggio per via delle enormi spaccature e crateri praticati dall'uomo sul territorio per estrarre il minerale e rilevare le tracce di pozzi,condotti di aereazione, perforazioni e cunicoli, tipici dello scavo in galleria.

Un ulteriore percorso si dirama verso nord lungo la Via delle Cave su cui si affacciano la Cavetta e la Cava Grande. Alla fine, lasciando la macchia, si possono visitare alcuni forni del XVII secolo che servivano per portare avanti i processi di calcinazione della pietra alluminosa.

 

Miniere di piombo

La strada percorribile ricalca in gran parte un sentiero preistorico, certamente rimasto in uso anche in epoca romana e medioevale da cui si diramano tanti sentieri secondari che portano alle numerose miniere di solfuri ed ossidi metallici.
Attualmente sono ben visibili una miniera di galena ed i resti dell'edificio costruito per la raffinazione del piombo. Mediante altri sentieri, ben curati, si possono raggiungere altre installazioni minerarie medioevali e di epoche più recenti

 

I santuari dell'allume

Questo percorso permette di raggiungere, tramite una strada interamente carrabile, tutti i più importanti santuari costruiti in questa zona dalla scoperta dei giacimenti di alunite. L'itinerario parte dall'Eremo della Santissima Trinità (fondato prima del XIII secolo), posto in un luogo particolarmente suggestivo ed affascinante. Tutti i santuari sono in relazione ad earee minerarie e, in origine, offrivano assistenza spirituale e materiale ai lavoratori delle miniere. Lungo il percorso è possibile ammirare le splendide costruzioni del: (1) Santuario della SS. Trinità (fine XV secolo); (2) Santuario Maria agli Sbroccati (fine XV secolo); (3) Santuario di Santa Maria di Cibona (XVII secolo); (4) Santuario Santa Maria della Sughera (XVI secolo); (5) Santuario di Santa Maria delle Grazie (XVIII secolo)

 

Escursioni guidate

 
Le antiche miniere


Il tour della Farnesiana

Il tour delle Cave Vecchie

Il Faggeto

 

Trekking in bicicletta o a piedi

 
Il borgo della Farnesiana e Centumcellae


Luni sul Mignone

I sentieri degli etruschi

Dalla Fontanaccia al mare

Il Faggeto

Le antiche miniere di allume e piombo

 

Il faggeto

Alla periferia nord-est del centro abitato di Allumiere si trova una delle più importanti faggete della zona.


Si tratta di un bosco piuttosto vasto, distribuito su quattro delle cime più elevate dei Monti della Tolfa (Monte Maggiore, 633 m; Monte Urbano, 627 m; Monte Faggeto, 611 m; Monte Elceto, 609 m). Esso può essere agevolmente visitato seguendo uno degli itinerari segnati e provvisti di tabelle didattiche esplicative. La peculiarità del "Faggeto" è legata alla presenza del Faggio ad una quota intorno ai 600 m, resa possibile dalle condizioni climatiche tipiche di questi monti che permettono la sopravvivenza "sotto quota" a piante abitualmente legate a climi freddi sopra i 1000 m. Oltre al Faggio troviamo l'Acero di Monte, l'Acero minore, l'Acero campestre, il Castagno, il Carpino bianco, il Carpino nero, il Cerro ed il Leccio, che possono essere più o meno rappresentati nelle diverse porzioni di bosco. Il sottobosco è arricchito con elementi vegetali piuttosto interessanti quali l'Agrifoglio, il Pungitopo, l'Edera, il Ciclamino e varie specie di orchidee.

La porzione di faggeta sopra Monte Elceto è, inoltre, ricca di specie vegetali tipicamente mediterranee quali l'Erica, la Ginestra ed il Citiso, oltre a numerosi alberi di Leccio.

Anche la fauna presente è piuttosto ricca di specie. Troviamo la Volpe, la Donnola, la Faina, il Ghiro, il Riccio, il Moscardino, il Tasso ed il Topo selvatico, tra i Mammiferi; l'Allocco, lo Sparviero, il Merlo, il Pettirosso, il Picchio verde, il Picchio muratore, la Ghiandaia, la Cinciarella e la Cinciallegra, tra gli Uccelli; il Colubro di Esculapio, il Biacco, l'Orbettino e la Vipera, tra i Rettili.

Il "Faggeto" assume un ruolo importante anche dal punto di vista geologico, infatti al suo interno si trovano i segni evidenti dell'attività estrattiva dell'alunite. Le due cave più importanti, la Cava del Silenzio (un tempo Cava del Moro), a cielo aperto, e la Miniera di S.Barbara, in galleria, testimoniano i due metodi di estrazione utilizzati.

Questa faggeta merita una visita anche per quanto riguarda l'interesse archeologico, infatti sopra Monte Elceto è presente uno dei più grandi abitati protovillanoviani della zona

 

Passeggiate naturalistiche

Località Monte Tolfaccia

Località Fontanaccia

Località Granciare

Località Bandita Grande

Località Tufarelle

 

Passeggiate e week end a cavallo

 
Passeggiate a cavallo nel Territorio dell'Università Agraria di Allumiere dove è possibile attraversare il fiume Mignone e i folti boschi di faggio e quercia che lo circondano, visitare le antiche miniere di alunite e piombo, i resti degli insediamenti villanoviani, etruschi, romani e medioevali.



- Week end alla scoperta degli antichi abitati di Castrum Ferrariae e Tolfaccia, immersi tra i boschi del Monte della Tolfaccia.

- Week end verso le rovine della città morta di Monterano.

- Week end alla Farnesiana e Luni sul Mignone

- Week end sul fiume Mignone e zona etrusca di Pian Conserva

- Week end sul bosco del Faggeto e le miniere di allume

- Stage di Monta Maremmana, di Monta Inglese, di Monta Western

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